REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA:
PARACADUTISTI
UN NASTRO NERO BORDATO TRICOLORE “Per l'onore d'Italia"
Marsilio Bruzio
Era lì gettato come cosa inutile, sul
lastricato bagnato di pioggia di una anonima stradina di un piccolo paese
calabrese: Soveria Mannelli, nella tarda serata dell'8 settembre 1943.
Colui che si era disfatto del rotolo per decorazioni,
sapeva il perché di tale rifiuto o forse chi lo aveva trafugato
lo considerava oggetto di scarso valore venale; comunque fosse, quel nastro
nero con ai lati un sottile tricolore aveva ormai fatto il suo tempo e
assolto anticipatamente i motivi che avevano ispirato la sua istituzione
e il suo significato: 10 anni di anzianità nella MVSN - tale era
la spiegazione del nastrino sormontato, generalmente, da un piccolo gladio
bronzeo. Era la sera dell’armistizio e da poco tempo la radio aveva annunciato
attraverso l'etere il funesto annuncio con cui l’Italia cedeva le armi.
Quando il paracadutista lo scorse in terra rimase
sorpreso; lo colse quasi istintivamente, lo ripulì con la mano,
lo arrotolò con cura e lo ripose nel tascapane.
Quel tricolore era il simbolo dell’Italia e non
meritava certo di essere lasciato in terra sul selciato bagnato e fangoso
fra l'indifferenza della gente spaurita dagli avvenimenti e dai movimenti
militari sulla SS. 19 dove transitavano le truppe tedesche in marcia verso
Salerno.
Il giorno successivo, si decise la sorte del III/185°
"Nembo" al comando del capitano Edoardo Sala, scosso intimamente
dagli eventi, sollecitato dal suo temperamento ad una decisione che stava
maturando dopo sofferta riflessione: continuare a combattere, respingere
l'infamante armistizio, mantenere fede al patto militare con l'alleato
germanico. Un impegno personale che non poteva essere disatteso. Restava
come aspetto formale da adempiere, comunicare al proprio diretto superiore
la decisione presa, nel rispetto della gerarchia e delle consuetudini militari.
Al comando di reggimento il maggiore Massimino risultava assente per servizio
da due giorni; altro tentativo fatto più tardi si rivelava infruttuoso.
Non restava che avvisarlo con un biglietto tramite l'aiutante maggiore
capitano Manfredi: un semplice pezzo di carta così concepito: "Signor
Maggiore, il nemico non deve avere le nostre armi e noi le portiamo in
salvo perché alla Patria possono ancora servire e la nostra vita
anche. Per l'onore d'ltalia. F.to capitano Edoardo Sala comandante del
III Btg. del 185° Rgt paracadutisti - 9 settembre 1943 - ore 22.00".
La stessa sera il battaglione Sala che aveva accettato unanimemente
la continuazione della guerra al fianco della Germania, proseguiva la marcia
con i granatieri corazzati della 29a diretto verso la piana di Salerno.
La decisione presa era di grande importanza, piena
di incognite sull'immediato futuro, foriera di pesanti responsabilità
personali che mettevano in gioco carriera e avvenire. Ma il dado oramai
era stato tratto!
Al mattino del 10, durante una sosta, uno sconosciuto
paracadutista consegnò al suo comandante il rotolo di decorazioni
trovato a Soveria Mannelli. Sala osservò attentamente interpretando
con grande sensibilità nei colori del nastro, il nero come lutto
per l'ignobile armistizio, il piccolo tricolore calpestato quasi ad offuscare
l'immagine dell’Italia e dei suoi soldati; l'altro tricolore senza macchie,
un segno di volontà, una possibile resurrezione morale, il suo riscatto
militare. Sul tavolo la copia del biglietto di commiato e la frase finale:
"per l'onore dell’Italia"; un nastro come simbolo, una frase
significativa come motivazione ideale sorte spontaneamente da un atto di
fede nella notte più buia della guerra italiana.
Da quel giorno - 10 settembre 1943 - ognuno dei
paracadutisti del battaglione Sala ebbe un pezzetto di nastro tricolore
da portare come impegno morale sulla manica sinistra dell'uniforme, appena
al di sotto del piccolo paracadute dorato: ricordare e non dimenticare!
Più tardi il nastro ebbe una sua definizione
formale ed una omologazione ufficiale poiché venne adottato dai
paracadutisti del Raggruppamento "Nembo" del maggiore Rizzatti
completato con la scritta in oro - 8. 9.1943 - PER L'ONORE D’ITALIA. -
Era nato con quel piccolo tricolore il simbolo che avrebbe ispirato e guidato
gli uomini e i principali ideali della RSI.
Bibliografia
Arena N. - Sala E. - "Parà" - Milano, FPE.
Arena N. - "Per l'onore d'ltalia" - Ed. Moletta - Roma.
StoriaVerità, N. 6
STORIA VERITA' N. 6 Maggio-Giugno 1992 (Indirizzo e telefono:
vedi PERIODICI)